17 Marzo 2023

“Investire nel Ssn è il modo migliore per onorare i sanitari uccisi dal Covid”

Alla vigilia della Giornata nazionale dedicata alle vittime della pandemia, Fnopi avverte: “Evitiamo il rischio di ritrovarci al punto di partenza”. Il Nursind: “Potenziamo la medicina territoriale”

Di NS

Il miglior modo per onorare la memoria del personale sanitario colpito a morte dal Covid è “investire sul capitale umano”, scongiurando per il Ssn “il rischio” che “ci si ritrovi al punto di partenza”. È un vero e proprio monito quello che arriva dalla presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli. Alla vigilia della terza Giornata nazionale dedicata alle vittime della pandemia, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ricorda proprio gli infermieri scomparsi per mano del virus, 90, e i quasi 480mila contagi tra gli operatori sanitari, certificati da Inail, di cui l’82% infermieri.

"Questa Giornata ci ricorda come l'emergenza Covid sia una lezione complessiva e permanente su cui costruire le politiche sanitarie dei prossimi anni. La sanità deve essere riformata, a partire dal personale. Un principio che si è mostrato in tutta la sua evidenza nei giorni più drammatici della pandemia. Purtroppo, ora il rischio è ci si ritrovi al punto di partenza, senza considerare adeguatamente il capitale umano”, spiega Mangiacavalli.

Spicca anche una situazione grave di burnout che il Covid ha provocato tra chi ha contratto il virus. Secondo una ricerca dell’università di Bari, ansia e incapacità di fronteggiare lo stress sono aumentate notevolmente. Il 71,4% degli operatori intervistati ha affermato di soffrire di disturbi del sonno, il 33,2% di ansia moderata e il 50,6% di avere una bassa capacità di fronteggiare lo stress, con ovvie conseguenze negative anche sugli assistiti. Per supportare gli infermieri deceduti e le loro famiglie, i colleghi contagiati e con problematiche come il burnout, la stessa Fnopi ha istituito da aprile 2020 un fondo di solidarietà: #NoiConGliInfermieri ha superato quota 6 milioni di euro di cui oltre 5 sono già stati assegnati a migliaia di beneficiari.

“Si tratta di una questione sollevata in questi giorni dal Ministro della Salute Schillaci – continua Mangiacavalli - e che si pone come lo snodo del futuro. Durante il Covid, infermieri e operatori sanitari sono stati celebrati da tutti: oggi troppo spesso tornano a essere in un cono d'ombra. Bisogna disinnescare questo rischio, a partire da nuovi investimenti e dalla revisione dei modelli organizzativi. L'idea deve essere quella di definire una nuova assistenza territoriale e di prossimità, decongestionando gli ospedali. Credo che un cambio di passo da parte di tutti sia il modo migliore per ricordare le vittime del Covid”. “La pandemia ha evidenziato le difficoltà a garantire l’esigibilità della salute per tutti, così come definita dalla nostra Costituzione - conclude Mangiacavalli - ma nonostante questo, grazie alle sue donne e ai suoi uomini, il Ssn ha continuato a fare la propria parte per garantire il diritto alla salute”.

“Il modo migliore per onorare le vittime del Covid è mettere in campo azioni concrete per potenziare il Ssn a partire dalla medicina territoriale che ha mostrato tutte le sue lacune durante la pandemia”. Lo dice a sua volta Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind. “Consentire la libera professione agli infermieri, per esempio -prosegue -, sarebbe già un primo passo per migliorare l'offerta dei servizi, oltre che per cercare di incentivare la categoria a non abbandonare il lavoro”. Secondo Bottega, “è un processo che non si può più rimandare e che non può prescindere dal rafforzamento dell'organico infermieristico e dalla valorizzazione dei professionisti della salute. Ecco perché, tra le altre cose, è necessario che il governo reperisca le risorse adeguate per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024. Un obiettivo sul quale - conclude il segretario - eserciteremo una pressione costante sulle istituzioni di riferimento”.

Anche i medici della Fnomceo, con il presidente Filippo Anelli, chiedono di investire sul capitale umano: “Sono passati tre anni da quando il Covid è arrivato nel nostro Paese” e questa giornata “ci riporta alla mente quello che è stato nel passato, quello che abbiamo visto: momenti drammatici dove i nostri anziani, soprattutto le persone più fragili sono morti, hanno sofferto. Abbiamo perso tantissimi colleghi, tantissime sono state le vittime, proprio per una pandemia dovuta a un virus che non conoscevamo”. I medici morti per il Covid sono 379 e “oggi siamo qui – continua Anelli – a fare memoria. Fare memoria di quello che è stato, dei provvedimenti che sono stati assunti, del sacrificio dei colleghi che hanno donato anche la loro vita per consentire ai pazienti, ai nostri cittadini di essere in ogni caso curati”.

Il presidente Fnomceo rivendica poi il “ruolo essenziale” dei professionisti “perché il sistema non ha dato dimostrazione di aver imparato dal passato. Sono ancora poche le risorse impegnate sui professionisti, e quella svolta che tutti avevamo chiesto non si è ancora realizzata. Abbiamo bisogno di un Servizio sanitario nazionale che punti sui professionisti, che dia più forza alle professioni sanitarie, perché solo attraverso un lavoro in team, un lavoro multiprofessionale si riesce oggi a garantire quel diritto alla salute che i cittadini invocano come necessario e che oggi è, sembra essere, in discussione in questo paese. Noi quel sogno di un Servizio sanitario universalistico equo e solidale vogliamo mantenerlo, vogliamo che quella realizzazione sia ancora oggi valida per le future generazioni”.

 


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