22 Marzo 2023

Carenza personale, Schillaci: “Entro l’estate nuove norme. Anche per le liste d’attesa”

Il ministro alla Camera annuncia pure misure contro le aggression ai sanitari: “Allo studio un presidio fisso delle forze ordine e la procedibilità d'ufficio". Dall’opposizione la segretaria dem Elly Schlein scende in campo contro i tagli alla sanità pubblica

Di NS

I numeri parlano chiaro e li ha snocciolati lo stesso ministro della Salute alla Camera definendo la carenza di medici e infermieri una vera e propria “emergenza” e parlando di "un flusso in uscita complessivo di circa 31.600 professionisti dal 2001 al 2021". Durante il question time alla Camera, Orazio Schillaci ha spiegato che il ministero della Salute ha già iniziato ad adottare misure "finalizzate ad assicurare il potenziamento delle risorse umane nei servizi di emergenza urgenza, da un lato, e, dall'altro, a disincentivare il ricorso alle forme di esternalizzazione dei servizi sanitari che si traduce in un impiego a carattere saltuario e precario di professionisti sanitari da parte delle aziende".

Il dicastero, ha continuato il ministro, oltre al contrasto alle "forme irregolari d'ingaggio", vuole mettere in campo "tempestive e rilevanti misure, anche di natura finanziaria, per rinnovare e incentivare l'interesse verso il Ssn, da parte di tutti i professionisti sanitari. In particolare, stiamo studiando - ha detto Schillaci - la possibilità di un incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive, di cui all'articolo 115, comma 2 del Ccnl dirigenza area sanità 2016-2018, soprattutto avendo riguardo alle prestazioni aggiuntive sanitarie richieste per l'abbattimento delle liste di attesa, così da rendere il ricorso a tali prestazioni da parte delle aziende e degli enti del Ssn più incentivante per i professionisti sanitari destinatari nonché più utile per la collettività".

"Inoltre, intendo prevedere misure di premialità di carriera per chi accetta di prestare il proprio servizio nei reparti più impegnati e di prima linea, nonché pensare a misure di defiscalizzazione del lavoro aggiuntivo e della indennità di specificità della dirigenza medica sanitaria. Sto infine pensando ad ulteriori iniziative normative - sempre da adottare prima dell'inizio dell'estate - che tengano in considerazione, anche per una valorizzazione ai fini previdenziali, la difficoltà e il disagio del lavoro prestato nei servizi di emergenza-urgenza, nella consapevolezza della centralità delle risorse umane per lo sviluppo ed il funzionamento dei servizi ospedalieri".

L’attenzione rimane alta poi sul fenomeno delle aggressioni ai danni dei sanitari. (Proprio il 20 marzo è stata trasmessa al Parlamento la relazione sulle attività dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie). Sempre in Aula, Schillaci ha anticipato "che è allo studio dei miei Uffici una proposta normativa, da adottarsi di concerto con i colleghi del Ministero dell'Interno e del Ministero della Giustizia, che mira a garantire presso le strutture sanitarie - individuate in base a determinati parametri relativi a fattori di rischio - un presidio fisso delle forze dell'ordine, nonché ad assicurare un maggior grado di sicurezza ai professionisti sanitari nell'esercizio delle loro funzioni, mediante il superamento dell'attuale meccanismo di perseguibilità a querela di parte delle aggressioni commesse ai danni del predetto personale, prevedendo la generale procedibilità d'ufficio del reato a prescindere dalla gravità della lesione".

Intanto, dall’opposizione è la segretaria del Pd, Elly Schlein, a mobilitarsi per la sanità. C’è anche la sua adesione alla petizione in difesa della sanità pubblica promossa su change.org e diretta al ministro della Salute: "Ci mobiliteremo in ogni modo - ha spiegato Schlein - contro ogni taglio o privatizzazione della sanità pubblica. Tutte e tutti siamo di fronte a un pericolo incombente: il superamento della sanità universalistica e l'avvio di fatto di una sanità selettiva che aggraverà ancora di più le diseguaglianze fra chi può permettersi di pagare e chi no. I tagli sono già in atto e quando una manovra economica non mette un euro in più sulla sanità a fronte di un'inflazione così alta vuol dire che non ci si preoccupa di garantire i servizi alle persone. E si scaricano tutte le difficoltà sulle Regioni, che il Governo non può lasciare sole".

 

Consulta la Relazione 2022 dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie

 

 

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