05 Dicembre 2023

Mobilità sanitaria: dopo la pandemia torna l’esodo da Sud a Nord

Il valore dei movimenti interregionali ha toccato i 2,68 miliardi di euro nel 2022, un dato molto vicino al 2019. Secondo i numeri Agenas, prevale ancora la fuga per i ricoveri di alta complessità

Di Ulisse Spinnato Vega
Foto di fernandozhiminaicela

Tutto (o quasi) come prima. La mobilità sanitaria tra le regioni nel nostro Paese sta via via tornando ai livelli pre-pandemia. In termini di valore, era arrivata a 2,83 miliardi di euro nel 2019, poi è crollata a 2,1 miliardi nel 2020, l’anno nero del Covid, e nel 2022 è già risalita a 2,68 miliardi. Certo, all’interno del fenomeno della mobilità esistono situazioni per cui in realtà il paziente si ricovera nella regione di domicilio che è diversa da quella di residenza (mobilità apparente) e casi di ospedalizzazioni d’urgenza (mobilità casuale). Poi c’è invece la mobilità effettiva che è determinata dalla scelta consapevole del cittadino.

Secondo la dettagliata analisi di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, le componenti di mobilità casuale (a 468 milioni di euro nel 2022) e apparente (108 milioni) mostrano un andamento sostanzialmente invariato negli anni, così come la fuga per prestazioni di ricovero di alta complessità (circa 1,1 miliardi di euro). Mentre per la componente di media o bassa complessità si evidenzia una riduzione del 18% (882 milioni di euro). La divaricazione Nord-Sud resta evidente, con Lombardia, Emilia Romagna e Veneto che si confermano le destinazioni più attrattive, mentre Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni da cui si fugge di più. Accanto a questo flusso dal Meridione al Settentrione, se ne registra uno di prossimità tra le regioni del Centro-Nord, in un raggio di 100 chilometri o 60 minuti dal comune di residenza del paziente alla struttura di ricovero. La migrazione di prossimità, rispetto al totale, risulta essere pari al Nord al 24%, al Centro 12,6% e al Sud 5,7%.

Tra le strutture più attrattive prevalgono quelle private accreditate, che pesano per il 73,7% in caso di prestazioni ad alta complessità. Al Nord, va detto, la Lombardia ha un saldo positivo che si riduce dal 2019 al 2022 per colpa di un aumento della quota di fuga verso altri territori, ma migliora il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici oncologici e muscolo-scheletrici a beneficio dei propri residenti. La regione Lazio abbatte notevolmente il saldo negativo grazie a una minore fuga dei suoi residenti per ricoveri ad alta complessità. Invece la regione Campania, osserva Agenas, riduce moderatamente l’emorragia di pazienti, ma aumenta la sua capacità attrattiva sull’alta complessità dei ricoveri. C’è da dire che anche Sicilia e Puglia ridimensionano il saldo passivo. Se si considera solo la componente di mobilità effettuata per scelta dell’utente, si assiste a un miglioramento, con inversione di tendenza nei trend, nella regione Piemonte (da -7,2 a +21 milioni) e nella Pa di Trento (da -6,5 a +2,6 milioni). L’agenzia poi osserva che “la pandemia non ha modificato i flussi di mobilità di attrazione e fuga per patologie tumorali, malgrado la contrazione nel numero di interventi. I principali indici di attrazione sono relativi ai tumori di esofago e pancreas che vedono soprattutto le strutture della regione Veneto come le principali aree di richiamo per l’intero Paese”.

L’ufficio statistico di Agenas ha utilizzato un nuovo indicatore per rappresentare la capacità delle strutture sanitarie della regione di riferimento di soddisfare il bisogno di salute dei propri cittadini: l’Indice di soddisfazione della domanda interna (Isdi), che è presente nel report pubblicato sul portale statistico dell’agenzia. Rispetto invece alla mobilità della specialistica ambulatoriale, il trend appare in incremento, con il valore più alto degli ultimi cinque anni registrato nel primo semestre 2023 (330 milioni di euro). Le regioni più attrattive sono in ordine Lombardia, Veneto e Toscana, mentre quelle di fuga sono, come al solito, Campania, Calabria e Sicilia. Da evidenziare che la regione con il saldo positivo maggiore (tra mobilità attiva e passiva) è in assoluto la Lombardia con un valore di 102,8 milioni di euro, mentre la Campania è fanalino di coda con -42,1 milioni. La mobilità di prossimità nella specialistica ambulatoriale ha una prevalenza maggiore rispetto alla ospedaliera: la migrazione di prossimità, rispetto al totale, risulta essere pari al Nord al 33%, al Centro 20% e al Sud 12%. La domanda di prestazioni di specialistica risulta tendenzialmente costante nel tempo, con maggiore richiesta di diagnostica strumentale e di prestazioni terapeutiche (circa il 65%).


Le tabelle di Agenas

 

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