10 Settembre 2024

In arrivo l'assistente infermieristico. Ecco chi è e cosa fa

La nuova figura, a metà tra oss e infermieri, è stata delineata dal ministero della Salute e potrebbe presto ricevere il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Un'occasione per valorizzare le competenze di tutte le professionalità del settore

Di U.S.V.

Da una parte ci sono gli infermieri, con una formazione sempre più lunga e ricca, che chiedono spazio e autonomia professionale. Dall’altra ci sono gli operatori sociosanitari che in qualche modo seguono la scia e, di conseguenza, vedono rafforzarsi i loro iter di studio. Nel mezzo c’è la nuova figura che il ministero della Salute sta tentando di delineare e che presto potrebbe avere il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Fino a poco tempo fa, si parlava di “super oss”, adesso la definizione corrente è “assistente infermieristico”: in ogni caso si tratta di un ruolo ibrido che sta già facendo molto discutere e che dovrebbe debuttare nel 2025 e dovrebbe aiutare a tamponare la carenza di personale nel Ssn, facendo fronte alla domanda crescente di cura e assistenza in contesti sanitari e sociosanitari.

L’assistente infermiere sarebbe un oss con formazione aggiuntiva. Infatti, per ottenere questo titolo è richiesta la qualifica di operatore sociosanitario (o titolo equipollente), un’esperienza professionale come oss di almeno 24 mesi e il diploma di scuola secondaria di secondo grado quinquennale. Dopodiché sono necessarie almeno 500 ore di formazione da conseguire in non meno di sei e non più di 12 mesi. Naturalmente, anche gli assistenti infermieri devono fare aggiornamento professionale per almeno un’ora su ogni mese lavorato nell’anno di riferimento, con la possibilità di completare la formazione nel triennio successivo a partire dall’anno seguente a quello del conseguimento della qualifica. Pure l’oss senza diploma, tuttavia, può diventare assistente infermiere con una formazione di almeno 600 ore e dimostrando di aver maturato un’esperienza professionale sul campo di almeno cinque negli ultimi otto anni.

L’azione dell'assistente infermiere è rivolta alla persona presa in carico, con lo scopo di fornire assistenza diretta di tipo sanitario e supporto gestionale, formativo e organizzativo. La nuova figura, in relazione alla gravità clinica dell'assistito e all'organizzazione del contesto, svolge le proprie attività secondo le direttive impartite dall'infermiere. Qualcuno ha rievocato la vecchia figura dell’infermiere generico, eppure altri parlano di buona occasione per il sistema sanitario che non va sprecata, ma, anzi, deve essere utilizzata per una valorizzazione economica e contrattuale di tutti i professionisti sanitari, a partire dagli stessi infermieri, evitando sovrapposizioni o conflitti di competenze e prerogative. In tutti i casi, è probabile che, dal punto di vista del contratto, l’assistente infermieristico venga inquadrato nell’area degli assistenti. Ma la sfida è adesso quella di calibrare bene i rapporti e le sfere di azione tra oss, infermieri e assistenti infermieri.  

Non per niente, il ministero della Salute sta pure operando una revisione del profilo professionale dell’operatore sociosanitario, con conseguenze rilevanti sulla formazione e le competenze di un ruolo che soddisfa i bisogni primari di assistenza in chiave sanitaria, sociosanitaria e sociale, lavorando in sinergia con gli altri operatori sanitari e sociali. Le necessità di base riguardano anche l’igiene, la sicurezza e il comfort degli ambienti di vita e di cura della persona. Senza dimenticare che l’oss lavorerà presso le strutture ospedaliere e distrettuali, territoriali, residenziali, semi-residenziali, in quelle scolastiche, penitenziarie, psichiatriche e in setting ambulatoriali, a domicilio dell'assistito nonché presso ulteriori contesti che potranno necessitare della presenza dell’operatore sociosanitario. La sua formazione sarà appannaggio degli enti regionali. Il corso avrà una durata non inferiore a 1000 ore, da tenersi in un lasso di tempo tra nove e 18 mesi. E sarà strutturato in due moduli didattici: uno sulle competenze di base e un altro su quelle professionalizzanti. Anche gli oss dovranno aggiornarsi per almeno un’ora rispetto a ogni mese lavorato nell’anno di riferimento, con la possibilità di completamento della formazione nel triennio che inizia nell'anno seguente a quello di conseguimento della qualifica.

 

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