Farmaci, consumo di antibiotici e generici in crescita nel 2023
Presentato il Rapporto Osmed. Intanto l'antibioticoresistenza colpisce 200mila pazienti. Russo (direttore tecnico-scientifico Aifa) a Nursind Sanità: "Si tratta di un problema di gestione, Presto un'app per medici e pediatri"
Di Elisabetta Gramolini
Lo scorso anno la spesa farmaceutica totale è stata pari a 36,2 miliardi di euro, di cui il 68,7% rimborsato dal Servizio sanitario nazionale. Meno della metà, invece, è stata la spesa territoriale pubblica, comprensiva della convenzionata, in distribuzione diretta e “per conto”, che si è attestata a 12 miliardi e 998 milioni. In calo, infine, dell’1,3% la spesa per compartecipazione a carico del cittadino, pari a 1 miliardo e 481 milioni (circa 25 euro pro-capite).
Sono questi alcuni dei numeri contenuti nel Rapporto dell’Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), presentato oggi. Il documento registra la crescita del consumo di antibiotici in Italia, nonostante l’attenzione al tema dell’antibioticoresistenza, che solo nel nostro Paese colpisce 200mila pazienti. In particolare, quasi quattro persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotico nel 2023, con livelli più elevati al Sud, dove il 44,8% della popolazione ne ha assunto almeno uno durante 12 mesi, contro il 30,9% del Nord.
Ancora più marcate le differenze sono nelle singole Regioni, dove si va dalle 11,1 dosi di Bolzano alle 22,4 dosi dell’Abruzzo, alle 21,7 della Campania e le 21,5 della Basilicata. A questo proposito, nella nota che ha accompagnato il documento dell’Osmed viene precisato che "benché questi dati evidenzino una profonda differenziazione tra le Regioni del Sud e, in alcuni casi, anche del Centro, rispetto al Nord Italia, tali dati non possono essere interpretati esclusivamente come una generica inappropriatezza delle scelte dei medici, avulsa dalle caratteristiche del contesto assistenziale e sociale in cui si determinano. Infatti, l’attività prescrittiva è la conseguenza e l’esito anche dell’interazione con i pazienti, dipende dalla fruibilità e dall’organizzazione dei percorsi assistenziali, accesso alla diagnosi e al monitoraggio dei trattamenti".
Anche i generici vedono aumentare la richiesta salendo al 22,8% in termini di spesa, al 31,2% in termini di consumi. Ma in generale il ricorso resta basso, specie se confrontato con altri Paesi: secondo i dati di una recente indagine di Iqvia, l’Italia è ancora terz’ultima in Europa, con i medicinali ex-originator che occupano ancora il 44,3% del mercato dei farmaci a brevetto scaduto. Nel ricorso ai farmaci a brevetto scaduto è evidente la profonda eterogeneità regionale, sia in termini di spesa sia di consumo. In Calabria, Campania, Sicilia e Basilicata il ricorso agli equivalenti oscilla infatti tra il 19 e il 21%, mentre a Trento e in Lombardia i valori sono rispettivamente del 44 e 43%. A Nursind Sanità, Pierluigi Russo, direttore tecnico-scientifico dell’Agenzia, commenta alcuni dati del Rapporto, e anticipa come per gli operatori sanitari, l’Aifa sia in procinto di finalizzare un’app per informare sull’antibioticoresistenza.
Direttore, il Rapporto mostra delle differenze regionali, in particolare, per il consumo di antibiotici e generici. Questo però, come ha sottolineato nell’illustrare il documento, non deve indurre in interpretazioni semplicistiche. Quali spiegazioni dare?
Il tema è molto delicato. Ciò che ho voluto rappresentare è la necessità di avere attenzione nel leggere i dati. Questi sono elementi che possono sottendere ad altri fattori. Con il suggerimento, ho voluto dire che i dati devono trovare una spiegazione effettiva attraverso un’analisi negli specifici contesti da cui provengono. Ad esempio, se c’è una difficoltà di accesso ad altri elementi di assistenza, come una radiografia, l’elemento della prescrizione del farmaco risulta essere l’atto medico più semplice da realizzare.
Per aumentare il consumo dei generici occorre cambiare la mentalità per considerarli un’alternativa valida?
Si tratta di un punto, a mio avviso, molto critico. Ed è il motivo per cui la spesa per la compartecipazione sui medicinali a brevetto scaduto in lista di trasparenza cumula un valore di 1,3 miliardi di euro. Da questo punto di vista, bisognerebbe sicuramente cercare di intervenire perché indubbiamente l’impatto economico è significativo.
Sull’antibioticoresistenza l’Agenzia è in procinto di realizzare una campagna di sensibilizzazione per l’opinione pubblica. Per il personale sanitario avete in mente di orientarvi con una campagna dedicata?
Stiamo ultimando la finalizzazione di un’app, diretta in particolar modo ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, basata sulle patologie che possono essere incontrate a livello territoriale. L’antibioticoresistenza è un problema di gestione che si verifica prevalentemente all’interno delle strutture dove si osservano le infezioni nosocomiali. Ad una conferenza organizzata dalle Nazioni Unite, recentemente, inoltre, è stato evidenziato che probabilmente uno dei fattori importanti della crescita della diffusione di germi multiresistenti probabilmente viene da quella parte del mondo dove si utilizzano gli antibiotici meno efficaci.
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