04 Febbraio 2025

Sanità digitale: al debutto la Piattaforma nazionale di telemedicina

Agenas presenta lo strumento, tra gli obiettivi Pnrr, che punta a implementare cure e assistenza da remoto. Saranno coinvolti oltre 390mila professionisti della salute, tra cui quasi 100mila infermieri

Di Ulisse Spinnato Vega

La medicina digitale è la sfida del futuro per l’efficienza del Ssn e per la qualità delle sue prestazioni, soprattutto nell’ottica del riassetto dell’assistenza territoriale. Il Pnrr gioca un ruolo fondamentale in questa partita e infatti la Piattaforma nazionale di telemedicina (Pnt), presentata oggi da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), è una delle linee di investimento previste dalla Missione 6 del Recovery plan.

I numeri dell’assistenza
Il nuovo strumento va naturalmente popolato con i dati che arriveranno dalle Regioni e l’obiettivo da raggiungere è l’assistenza remotizzata di almeno 300mila pazienti entro la fine di quest’anno, per poi salire via via fino alla soglia di 790mila, prevista dal dm Salute 28 settembre 2023. Per implementare i servizi minimi sono state fatte due gare, con Lombardia e Puglia come territori capofila. La prima, per un valore di quasi 341 milioni di euro, ha permesso di acquisire le Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt), mentre la seconda ha consentito di strutturare le postazioni di lavoro e la logistica connessa, per un valore di 186 milioni.

I servizi in ballo
Quando si parla di servizi minimi di telemedicina ci si riferisce a: televisita (hanno aderito 13 regioni e province autonome su 21), teleconsulto (14 su 21), teleassistenza (15 su 21), telemonitoraggio dei pazienti a bassa e media complessità (17 su 21) e telemonitoraggio avanzato per pazienti ad alta complessità (18 aderenti su 21). Chi non si è allineato alla gara della Lombardia, specifica Agenas, ha comunque individuato al proprio interno i servizi minimi per l’erogazione delle prestazioni.

I numeri dei professionisti coinvolti
Il bando guidato dalla regione Puglia, invece, ha focalizzato oltre 90mila postazioni da mettere a disposizione degli operatori sanitari per garantire gli output di telemedicina. I luoghi prescelti sono farmacie rurali, studi medici, ovviamente le nuove Case di comunità, gli Ospedali di comunità e le Centrali operative territoriali, ma anche gli enti sanitari in genere. I professionisti coinvolti dovrebbero essere oltre 390mila, tra cui quasi 100mila infermieri, 122mila medici specialisti, circa 42mila medici del ruolo unico, 6.650 pediatri e 121mila altri professionisti sanitari.

Interoperabilità con il Fse
Come accennato, dal punto di vista tecnologico la Piattaforma nazionale si compone di un’Infrastruttura nazionale di telemedicina (Int) di livello centrale e 21 Infrastrutture regionali di telemedicina (Irt). Ovviamente, si punta a garantire l’interoperabilità tra i servizi dei diversi territori e con il Fascicolo sanitario elettronico 2.0, oltre che con l’Ecosistema dei dati sanitari (Eds). In più, la Int nazionale sarà allineata alle altre infrastrutture e iniziative europee, anche nell’ottica della creazione dell’Eu Health Data Space. La progettazione e gestione del nuovo strumento è stata affidata da Agenas per 10 anni in concessione, con uno schema di partenariato pubblico privato, a Pnt Italia Srl, società costituita per il 60% da Engineering ingegneria informatica e per il 40% da Almaviva. Lo schema di decreto del ministero della Salute che disciplina il trattamento dei dati personali in seno alla piattaforma ha ricevuto meno di un mese fa il via libera del Garante privacy e ora attende soltanto il parere dell'Agenzia per la cybersicurezza e della Conferenza Stato-Regioni per l'approvazione definitiva.

“Tracciabilità e verificabilità”
“L’introduzione di un linguaggio uniforme – precisa infine Agenas – consente di implementare sistemi di telemedicina su tutto il territorio nazionale caratterizzati da un elevato livello di confrontabilità, tracciabilità e verificabilità ma al contempo con un’ampia capacità di personalizzazione. Ciò consente di fornire al professionista sanitario uno strumento di supporto organizzativo all’utilizzo della telemedicina comune su tutto il territorio nazionale, e agli attori coinvolti a vario livello nel governo dei servizi di accedere a funzionalità utili per finalità di governo e ricerca”.



Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram