14 Maggio 2025

Liste d'attesa, mossa dell'associazione Coscioni mentre la politica gira a vuoto

Scontro Meloni-Schlein durante il premier time alla Camera. La presidente del Consiglio: "Risorse record e tempi delle prestazioni che calano". La leader Pd: "Solo un decreto fuffa"

Di NS
Liste d'attesa, mossa dell'associazione Coscioni mentre la politica gira a vuoto

Sui temi sanitari, e in particolare sul nodo liste d’attesa, non ci sarebbe nulla di nuovo da registrare se non fosse per l’iniziativa messa in campo dall’associazione Luca Coscioni. Tra Elly Schlein e Giorgia Meloni oggi alla Camera, durante il premier time,  si è visto il solito gioco delle parti. Con la premier che ha evidenziato i risultati del governo - "Noi abbiamo posto fine al fenomeno dei medici a gettone, così come abbiamo messo un limite all'intramoenia" – e la leader del Pd che ha ribaltato la narrazione: "Io non so da quanto tempo non lasci il palazzo per andare in un ospedale, ma le do una notizia presidente Meloni: i gettonisti ci sono ancora e ci sono perché quando io ero ancora all'università e voi eravate al governo con Berlusconi avete messo un tetto alle assunzioni".

 

LO SCONTRO SUI NUMERI
La premier ha parlato di "risorse record" destinate dall’esecutivo alla sanità, mentre la segretaria dem ha evidenziato: "Il dato sulla spesa nazionale sta scendendo, i suoi tagli li pagano i cittadini letteralmente, la spesa di tasca dei cittadini è aumentata. Voi togliete con una mano quello che fingete di dare con l'altra e curarsi è diventato un lusso mentre tra di voi c'è chi guadagna con le proprie cliniche private". Per poi incalzarla: "Tolga il blocco delle assunzioni e metta 5 miliardi per salvare la sanità pubblica. Lei vive in un mondo fantastico in cui quando le cose funzionano è merito suo e quando non funziona è colpa di altri. Dopo tre anni non ci sono scuse, la colpa non è di altri, la colpa è vostra, è sua e gli italiani non sono stupidi: lo vedono".
Sempre sul fronte dei numeri, Meloni ha detto: "Il Fondo sanitario nazionale è al livello più alto di sempre, quando ci siamo insediati nel 2022 quel fondo era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd quando è stato al governo non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni". E poi ancora, all’indirizzo del Pd: "Siete statial governo 10 anni, non avete mai scritto e messo in campo un piano sanitario nazionale".

LE LISTE D'ATTESA E I POTERI SOSTITUTIVI
Le liste d’attesa, naturalmente, hanno dominato il dibattito. Schlein è tornata a definire il provvedimento un "decreto fuff". Meloni ha parlato di tempi d’attesa che calano. Per poi aggiungere: "La responsabilità è delle regioni, il governo è disponibile ad attivare poteri sostitutivi nel caso le Regioni incontrino difficoltà. Il governo non cerca di scaricare responsabilità, ma vuole fare la sua parte perché serve il massimo impegno da parte di tutti", ha sottolineato. Sempre sui poteri sostitutivi, poi, la chiosa: "Il decreto per attivare i poteri sostitutivi è - ha osservato la premier - pronto da tempo, non si è ancora raggiunta un'intesa, ma sono molto ottimista che ce la faremo nei prossimi giorni. Si è detto, tra l'altro, che il governo gioca a scaricare la responsabilità, tutt'altro. Quello che il governo cerca di fare pur non avendo una competenza in materia di organizzazione della sanità e cercare di fare la sua parte per dare una mano perché qui serve chiaramente il massimo dell'impegno da parte di tutti, da parte dello Stato, da parte delle Regioni, guardando al grande vero obiettivo che è garantire ai cittadini una sanità efficiente e veloce".

L'ASSOCIAZIONE COSCIONI E IL MODULO A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI CONTRO I RITARDI
Come detto, invece, è l’associazione Luca Coscioni a lanciare una nuova iniziativa per aiutare i cittadini a far valere i propri diritti, questa volta di fronte al problema dei grossi ritardi delle prenotazioni di prestazioni sanitarie nel sistema sanitario pubblico. Sul suo sito, infatti è disponibile da oggi un modulo scaricabile che consente agli utenti di richiedere l’applicazione del cosiddetto "percorso di tutela" nel caso in cui la struttura sanitaria a cui ci si è rivolti per prenotare una visita o un esame non sia in grado di assicurare l’esecuzione della prestazione entro i tempi massimi previsti per legge.

 

LA NORMATIVA 
Attualmente la normativa prevede che ogni prescrizione per visita specialistica o esami diagnostici di primo accesso debba essere erogata in tempi massimi fissati. La prescrizione del medico – di medicina generale o specialistico – contiene la classe di priorità, ossia il tempo massimo, così definita: (U – con attesa massima 72 ore; B – con attesa massima 10 giorni; D – con attesa massima 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami; P – con attesa massima 120 giorni). Ogni struttura sanitaria è tenuta al rispetto di questi tempi massimi di erogazione. Se la struttura sanitaria non è in grado di rispettare i tempi di legge sopra indicati, ricorda l’associazione, allora il cittadino ha diritto all’attivazione del percorso di tutela, ovvero ricevere la prestazione entro il tempo massimo della classe di priorità, tramite una visita o esame eseguito in regime di intramoenia ( libera professione) interna alla struttura o presso un’altra struttura privata; in entrambi i casi non è previsto alcun costo aggiuntivo, ma solo il costo del ticket se previsto per quella prestazione.
La richiesta di rispetto dei tempi e di percorso di tutela va indirizzata ai responsabili della struttura sanitaria presso cui è stata prenotata dal cittadino. "Se la risposta non dovesse arrivare in tempo o non dovesse proprio arrivare, l’associazione Luca Coscioni si impegna ad attivare tutti gli strumenti necessari, per poter affermare il diritto alle cure di tutti i cittadini e le cittadine", hanno dichiarato Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria nazionale dell’associazione. "Le liste d’attesa costituiscono una delle criticità più gravi che affliggono il sistema sanitario. Ogni anno, un numero enorme di pazienti si trova ad affrontare ritardi significativi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici, con conseguenze concrete sulla loro salute. Liste di attese 'patologiche' rischiano di minare il diritto di accesso alle cure e la loro gratuità, cioè le caratteristiche fondanti del Servizio sanitario nazionale. Questo problema non si limita al settore pubblico: coinvolge anche quello privato, dove cresce la richiesta di prestazioni a pagamento".

 

 

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