Sanità pubblica questa sconosciuta: uno studente su cinque non sa chi sia il proprio medico
Lo rivela un'indagine condotta dalla Fondazione Gimbe su 4.200 studenti degli ultimi anni delle superiori. Poca consapevolezza su ticket, fascicolo sanitario elettronico e screening oncologici. L'IA diffusa, ma manca un'adeguata alfabetizzazione all'uso critico soprattutto in ambito scientifico

Un ragazzo su cinque non conosce il proprio medico di famiglia, oltre l’80% non ha mai usato il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e oltre la metà non sa cos’è il ticket. In controtendenza, quasi il 40% utilizza tutti i giorni strumenti di intelligenza artificiale (IA) come ChatGpt. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine condotta dalla Fondazione Gimbe tra gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, attraverso il progetto "La salute tiene banco". Ad oggi, il progetto ha coinvolto oltre 5.500 studentesse e studenti degli istituti superiori di tutta Italia.
Nel dettaglio, nel periodo ottobre 2024-marzo 2025 la Fondazione ha realizzato 33 incontri in 30 istituti scolastici di varie città italiane con 4.200 studenti. I ragazzi hanno risposto appunto a diverse domande. Dal quitz è emerso che l’83,3% degli studenti ha già incontrato il medico di medicina generale, mentre il 16,7% non sa ancora chi sia il proprio medico di famiglia; il 53,6% degli studenti dichiara di non sapere a cosa serva il ticket sanitario, ovvero la quota che i cittadini versano per contribuire alle spese del Ssn; l’82,3% degli studenti dichiara di non aver mai utilizzato il Fse né per sé né per un familiare. Alla domanda su quali siano i tre screening oncologici offerti gratuitamente dal Ssn, solo poco più della metà degli studenti ha risposto correttamente, identificando i tre screening oncologici inclusi nei Livelli essenziali di assistenza (Lea): mammella, cervice uterina e colon-retto. Il resto del campione ha fornito risposte errate o ha ammesso di non conoscere la risposta. Due studenti su tre, inoltre, sostengono che l’accesso ai Lea non sia garantito allo stesso modo in tutte le Regioni, il 21,1% resta neutrale e il 12,7% ritiene che il Ssn sia uniforme su tutto il territorio nazionale. Il quitz ha indagato infine l’uso di ChatGpt o applicazioni simili: il 37,2% degli studenti usa quotidianamente tali strumenti e il 36,5% sporadicamente. Segno che l’intelligenza artificiale sta diventando parte integrante della quotidianità delle nuove generazioni. Tuttavia, questa diffusione non è accompagnata da un’adeguata alfabetizzazione all’uso critico e consapevole, soprattutto in ambito scientifico o sanitario.
"La difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute deve coinvolgere anche le nuove generazioni, già a partire dall’età scolastica", ha evidenziato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. "I risultati della survey – ha concluso – restituiscono un quadro di luci e ombre. I giovani sono in larga parte consapevoli delle diseguaglianze regionali in sanità. Mancano però conoscenze specifiche sugli screening oncologici offerti dal Ssn e sette studenti su dieci sono convinti che eseguire test diagnostici in maniera indiscriminata equivalga sempre a ‘più salute’ Altri dati evidenziano criticità importanti: la scarsa conoscenza circa il corretto uso degli antibiotici per infezioni respiratorie e le lacune del passaggio di consegne tra pediatra medico di famiglia. In sintesi, la survey conferma la necessità di trasferire già in età scolastica una solida cultura della prevenzione, della promozione della salute e dell’uso consapevole del Ssn".
Sempre più vicini ai nostri lettori.
Segui Nursind Sanità anche su Telegram