Assistente infermiere: le Regioni approvano le linee guida
Dall'organismo delle autonomie disco verde anche al riparto dei fondi per la piattaforma nazionale delle lsite d'attesa. Sono 28,85 miliardi in tutto: il 95% a carico dello Stato e il 5% delle stesse Regioni
Se ne erano un po' perse le tracce. E, invece, proprio oggi torna sulla scena l'assistente infermiere. La Conferenza delle Regioni, infatti, ha approvato la proposta di Piano strategico che definisce linee guida e cronoprogrammi collegati all’attuazione del decreto del 28 febbraio 2025 che ha istituito il nuovo profilo da inserire nei contesti sanitari e socio-sanitari, pubblici e privati.
Il documento interviene sia sul versante formativo sia su quello strettamente organizzativo, con l’obiettivo di anticipare eventuali criticità e garantire standard omogenei per l’inserimento della figura nei diversi territori.
"UN RAFFORZAMENTO DELLA RISPOSTA SANITARIA"
Per le Regioni, il profilo dell’assistente infermiere rappresenta "un rafforzamento della risposta sanitaria, in particolare nei confronti delle persone adulte e anziane, e svolge un’importante funzione di collaborazione e supporto al ruolo dell’infermiere e dell’equipe assistenziale".
Il Piano strategico validato oggi, fanno sapere le autonomie, "è frutto del lavoro condiviso tra tutti i soggetti proponenti: Fnopi, ministero della Salute, commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Agenas, Conferenza permanente delle lauree delle professioni sanitarie e Sidmi (Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche).
VIA LIBERA AL RIPARTO DEI FONDI PER LA PIATTAFORMA LISTE D'ATTESA
Non il solo via libera arrivato oggi dalla Conferenza delle Regioni che ha infatti dato disco verde anche al riparto dei 28,85 milioni di euro necessari a realizzare la Piattaforma nazionale delle liste di attesa, di cui il 95% è a carico dello Stato (27.407.500 milioni di euro) mentre il restante 5%, pari a 1.442.500, è a carico delle Regioni.
"Si tratta di risorse attese - spiegano le Regioni in una nota - destinate alla realizzazione dell’interoperabilità tra le piattaforme regionali e la piattaforma nazionale, che permetteranno alle amministrazioni regionali di completare gli investimenti tecnologici e gli adeguamenti dei sistemi sanitari e rispondere così all’obiettivo di costruire un ambiente digitale unico, capace di raccogliere i flussi provenienti dalle Regioni e di renderli dialoganti tra loro".
Il decreto su cui oggi è arrivata l’intesa Stato-Regioni disciplina anche i tempi e le procedure per l’accesso al finanziamento.
I PROSSIMI PASSI
Dall’approvazione di Agenas, le Regioni hanno trenta giorni di tempo per presentare al ministero della Salute il proprio progetto operativo indicando il fabbisogno tecnologico complessivo e gli interventi prioritari, oltre a una relazione tecnica che descriva nel dettaglio gli elementi di investimento chiarendo, ad esempio, quale strutture sono coinvolte e dove sono ubicate, il cronoprogramma delle attività, il programma informatico utilizzato e le modalità di manutenzione.
Solo ottenuto il nullaosta finale sul programma di interventi da parte della Direzione generale della Programmazione e dell’edilizia sanitaria, sarà possibile per le Regioni accedere al finanziamento previsto.
Quello di oggi, fanno sapere ancora le Regioni, "è un passaggio essenziale per rafforzare, in modo sinergico, gli strumenti a disposizione del Servizio sanitario e per facilitare la programmazione delle agende, con criteri omogenei su tutto il territorio e trasparenti per i cittadini".
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